Sistema di accumulo Conviene? Forse non ancora

Il sistema di accumulo energetico: Conviene?.

Se ne parla da tanto e in ogni ricerca molti venditori ne parlano come se fosse indispensabile, il modo per avere il massimo risparmio.

Non sono così convinto, per questo, da tecnico, ho voluto analizzare la convenienza facendo alcune riflessioni e anche il conto della serva.

Sarà un articolo lungo, spero che riusciate a leggere tutto.

La speranza è che dopo sappiate destreggiarvi meglio nella giungla delle offerte.

Affronterò infatti l’argomento senza peli sulla lingua (ehm…tastiera), in modo schietto.

Iniziamo: abbiamo alcune cose di cui tener conto alla base:

  1. L’impianto fotovoltaico: produce energia elettrica durante il giorno
  2. Batterie (sistema di accumulo): si ricaricano di giorno e si scaricano di notte
  3. Scambio sul Posto: sistema che il GSE ha ideato per assorbire l’energia che non usiamo e ci paga qualcosa per ogni Kw fornito.

Ho diviso l’analisi in alcuni mini capitoli:

 

Come funziona un sistema di accumulo

Cosa è un sistema di accumulo?

E’ formato da batterie che carichiamo di giorno per usare l’energia immagazzinata di notte quando il fotovoltaico non produce, grazie ad uno speciale inverter che trasforma la carica delle batterie nel vostro 230Vac che avete in casa.

I moderni sistemi di accumulo sono strutturati per gestire la fornitura di energia ottimizzando la produzione solare.

Durante il giorno il consumo di energia in una casa è in genere ridotto: le persone sono al lavoro, la mattina i ragazzi sono a scuola, ecc…

Durante le ore diurne il fotovoltaico produce di più e non viene sfruttato adeguatamente.

Quando in genere le persone rientrano a casa la sera il consumo sale ma non c’è sole.

Qui entra in gioco il sistema di accumulo.

L’energia elettrica prodotta dall’impianto fotovoltaico viene inviata sia al sistema di accumulo che all’abitazione, l’energia che i pannelli producono viene utilizzata per il fabbisogno della casa, il surplus invece viene inviato alle batterie che vengono ricaricate.

Solo in caso di batterie cariche il surplus viene inviato in rete poichè non si può più utilizzarlo per altro.

I moderni sistemi di accumulo hanno molte funzioni.

Oltre a caricare le batterie i moderni sistemi forniscono energia all’abitazione utilizzando quanto possibile sia il fotovoltaico che le batterie.
Cercheranno di non utilizzare la corrente della rete nel loro massimo possibile.
Non ho testato quelli moderni ma solamente uno dei primi sistemi di accumulo.
Questo non utilizzava entrambe le soluzioni per dare energia all’abitazione ma i nuovi permettono di usare anche di giorno le batterie.

Oggi l’accumulo è più dinamico rispetto a prima.

Grazie anche ai BMS e alle Batterie al Litio che permettono di usare la carica in modo più efficiente.

I primi sistemi di accumulo si basavano su batterie al piombo o al gel (AGM) che avevano ovviamente dei grossi limiti.

Il risultato oggi è quello di avere un’autonomia più elevata dalla rete rispetto a prima.

Percentuale di copertura

Si stima che con il solo fotovoltaico si riesca a coprire appena un 30% del fabbisogno autoconsumando l’energia, se si è bravi a spostare i consumi nei giorni di sole e quando c’è luce si può arrivare al 50%, soprattutto d’estate.

Foto tratta da www.risparmiobollette.it

Usando il sistema dello scambio sul posto (quindi con il rimborso semestrale del gestore), di può superare abbondantemente il 50% poichè quanto restituito dal gestore va a coprire parte della spesa delle bollette.

Con un buon sistema di accumulo che abbia sufficienti batterie si dovrebbe arrivare, secondo i dati trovati su www.risparmiobollette.it , ma anche valutando un mio breve test reale con uno dei primi sistemi di accumulo, realmente a coprire il 90% per gran parte dell’anno.

I mesi invernali ovviamente sono quelli meno coperti dal sistema.

Lo scambio sul posto: cosa è?

L’energia non autoconsumata non può essere buttata via, sarebbe un enorme spreco.

Per questo il GSE (il Gestore servizi energetici) ha ideato un sistema di scambio, chiamato “scambio sul posto” che permette di cedere e conteggiare (al contrario) quello che passa non dalla rete alla casa ma dalla casa alla rete elettrica.

Quest’energia viene remunerata per circa 10-12 cents/Kwh, quindi molto meno dei 22-25 centesimi che si paga un Kw.

Il calcolo non è semplice ma per avere il massimo occorre fare in modo che il valore di energia immessa e quella consumata sia il più possibile equilibrato.

Nel mio caso che ho 6Kw (orientati male, ma aimè non potevo girare la casa) in genere sono su circa 3800 Kw immessi (su 6500 prodotti) e 3100 prelevati, per cui prendendo un dato del 2018 che ho estrapolato dal sito GSE ho avuto una remunerazione di circa 9 cents per Kw/h

Quando si consuma corrente si pagano delle accise e i costi di rete, che non possono essere rimborsati.

Tuttavia meglio ricevere questi cents che buttare via completamente l’energia.

2 volte all’anno (a patto di superare le soglie minime di fatturazione) il gestore ci pagherà tramite un bonifico quanto ceduto compensando quindi parte del costo sostenuto durante il periodo per le bollette.

Il sistema dello Scambio sul Posto è di fatto un sistema di accumulo infinito che ci può convienire

Se non lo facessimo pagheremmo due volte l’energia (che verrebbe contata invece come consumata e non come ceduta).

Il contatore installato è infatti bidirezionale, conta sia in ingresso che in uscita rispetto a quello standard che conta solo quello che consuma l’abitazione.

Per avere lo scambio sul posto si paga il noleggio extra del contatore, se non ricordo male, in circa 30 euro all’anno.

Il sistema di accumulo conviene?

In alcuni paesi europei fuori dall’Italia l’eccesso di produzione non viene remunerato dalla rete nello stesso metodo che in Italia ma viene incentivato l’auto consumo (come ad esempio in Germania), in futuro probabilmente le cose cambieranno anche in Italia.

I sistemi di accumulo all’estero sono quindi una soluzione molto apprezzata.

Per adesso in Italia abbiamo lo scambio sul posto che accetta senza alcun problema gli eccessi di energia.

Rimane il primo punto: sfruttare al meglio il proprio impianto fotovoltaico.
Siccome almeno il 50% dell’energia viene inviata in rete, usare un pò di questa energia sfruttandola in ore dove non c’è sole potrebbe permettere di risparmiare su quella che è la bolletta energetica in modo diretto.

Vorrei fare due analisi, una economica ed una tecnica.

Valutiamo le perdite di efficienza

La valutazione tecnica inizia valutando quanta corrente perdiamo per strada nella fase di accumulo e utilizzo: non tutta l’energia viene sfruttata.

Faccio questa valutazione in base alla mia esperienza con un sistema di accumulo da 48/60Vdc e valutando da elettronico quel che sono le perdite di efficienza che ci sono lungo la strada.

Nei sistemi a isola (quindi collegandosi direttamente al fotovoltaico) si raggiungono percentuali di efficienza veramente elevate.

Caricabatteria: serve per convertire i 230 AC che provengono dall’inverter del sistema fotovoltaico ai 54-60 Vdc (in continua): se va bene avremo una perdita del 5% nella conversione.

Perchè? la conversione mangia energia… e l’efficienza dell’elettronica permette di perderne il meno possibile.

Carica: circa il 10-15% di efficienza la perdiamo nella fase di carica, le batterie al litio sono su questo livello, le Litio-Ferro assorbono più facilmente la carica, la perdita può (e deve) essere inferiore.
Le batterie al piombo possono perdere per strada anche il 30-40% dell’energia!
Vi rimando al tipo di batterie sotto giù per saperne di più.
A breve farò un test apposito su quanta energia effettivamente occorre per ricaricare una batteria in modo da capire esattamente quanta perdita di efficienza abbiamo.

Inverter: perdiamo circa un altro 5-7% nella nuova conversione tra i 48/60vdc delle batterie e il 230 fornito per l’utilizzo.

Sistema di gestione: è l’elettronica di controllo, qualcosa viene consumato anche nel tenere acceso il sistema di gestione e controllo dei flussi energetici, diciamo per adesso che questo può essere marginale.

Totale: 20-25% perso per strada.

Quindi valutare il tipo di batterie del sistema di accumulo è importante soprattutto per non disperdere energia.

Ecco alcuni tipi di batterie utilizzate dai sistemi di accumulo:

  1. batterie al piombo (stanno scomparendo)
  2. batterie al li-ion (più diffuse oggi)
  3. sistemi con batterie al LiFePO4 (litio ferro fosfato, in netta diffusione)
  4. sono promettenti quelle i sistemi al sodio o di altre tecnologie sperimentali ma per adesso questi sistemi sono fuori dai mercati o ci entreranno nel prossimo futuro.

Batterie al piombo (da evitare assolutamente)

Le batterie al piombo sono delicate, hanno pochi cicli di vita, si danneggiano in fretta ma costano poco, alcuni vendono particolari batterie che permettono di avere interessanti prestazioni ma il loro peso è estremamente elevato e lo spazio che occupano è importante.
Il fattore di scarica consigliato non deve essere mai maggiore del 50%, è sempre consigliabile scaricarle lentamente e non oltre il 40% per massimizzare la loro vita che invece di essere inferiore ai 2-300 cicli (se usate male anche meno di 50) si può sperare di arrivare a 5-700 cicli di vita.
Se si chiedono troppi Ampere la tensione può calare troppo e il sistema di accumulo si può scollegare (testato di persona) e diventa inutilizzabile fino al raggiungimento della nuova massima carica (presumibilmente il giorno dopo).
Riassumendo: con 10 Kw/h di storage al piombo (circa 200Amp/h x 48Vdc) la reale capacità a disposizione sarà di appena 4-5Kw/h scarsi con sbalzi di resa notevoli in base alla temperatura ambientale.
Per avere i 4-5Kw/h a disposizione potrebbero servirne circa 6,5-7,5kw/h di energia, forse qualcosa di più.
L’efficienza nella ricarica delle batterie al piombo/Agm è tra le peggiori rispetto ad altre tecnologie, fino a poco tempo fa l’unica alternativa a prezzi concorrenziali.
Conviene oggi evitarle.

Batterie al li-ion (una buona scelta)

Le batterie al li-ion hanno costi contenuti, sono compatte, hanno una densità di carica eccezionale rispetto alle dimensioni, potete scaricarle fino al 70-80% senza danni, hanno la possibilità di avere almeno 700-1000 cicli di carica/scarica completi anche brutali ma se usate correttamente garantiscono almeno 2-3000 cicli, i moderni sistemi di accumulo ne garantiscono anche oltre 6000 grazie ad un utilizzo intelligente e alla migliore tecnologia di costruzione.
I sistemi di accumulo basati su queste batterie fanno in modo che la tensione di massima carica non possa essere raggiunta poichè le batterie, se troppo intensamente caricate, soffrono.

Anche l’eccessiva scarica fa male alle batterie: il cuore di tutto è il BMS (battery Management System).
Infatti si occupa di evitare gli eccessi: le Li-ion se vengono scaricate troppo o caricate troppo oltre il limite possono danneggiarsi e gonfiarsi fino ad arrivare all’esplosione.
Benchè sia difficile che accada questa possibilità esiste ma è sempre più remota.

Lo stesso problema lo hanno le batterie ai polimeri di litio (lipo) che hanno una capacità di scarica molto più alta delle litio standard e quindi preferite spesso per l’automotive visto che si richiedono correnti impulsive elevate con una capacità nominale installata generale bassa (si vedano le ibride che riescono a gestire motori di 50-60cv con appena 1,5Kw di batterie installate).

Generalmente quando una batteria si danneggia la resa di tutto il pacco degenera radicalmente poichè le batterie restanti vanno in sofferenza e il BMS interrompe l’erogazione.
Riassumendo, se abbiamo 10 Kw/h di storage al Li-ion avremo circa 8,5-9 Kw/h di energia e per ricaricarle ne serviranno circa 10.

Batterie al LiFePO4 (oggi le migliori in commercio)

Pacco batteria al litio ferro fosfato

Le batterie al litio ferro fosfato hanno grandi vantaggi e alcuni svantaggi.

Vantaggi:

Alcuni dei più moderni sistemi di accumulo le stanno già usando.
Hanno il grande vantaggio che possono garantire una scarica fino al 95% e oltre della capacità immagazzinata e se poste sotto particolare stress non si danneggiano e non esplodono.
Questo le rendono una tecnologia molto più sicura e permettono di immagazzinare il massimo della corrente possibile vicino al nominale.

Svantaggi:

Costano di più delle litio standard (ma i prezzi stanno calando velocemente)
Hanno una densità inferiore rispetto alle litio standard e ai polimeri di litio, quindi occupano più spazio per avere la stessa carica energetica ma le tecnologie stanno migliorando progressivamente anche in questo aspetto.

Questo tipo di batterie inoltre ha un’autoscarica (se non utilizzate) veramente ridotta ed un’efficienza durante la carica maggiore (si perde meno energia).

Cercando un sistema di accumulo con questo tipo di batterie avremo un vantaggio per il futuro, mantenendo di più l’investimento.

Riassumendo, con un sistema di 10Kw/h avremo 9,5Kw/h a disposizione e necessiteranno ad occhio e croce 10-10,5Kw/h per la ricarica (contando le varie dispersioni nel ciclo tra carica e scarica in 230vac ovviamente).

Un esempio pratico di risparmio con o senza accumulo

Capendo quindi con cosa abbiamo a che fare, facciamo un esempio pratico di convenienza andando ad avere alcuni parametri importanti da tenere in considerazione.

      • Costo 1 Kw in mono oraria: consideriamo 24 centesimi medi
        (se trovate di meglio è solo che un bene)
      • Produzione fotovoltaico 3Kw: 15 Kw/h in un giorno
      • Immissione in rete di 12 Kw/h
      • Consumo medio giornaliero circa 10 Kw/h
      • Consumo di giorno: 4Kw/h
      • Autoconsumo diretto di giorno: 3 Kw/h
      • Consumo di notte: 6Kw/h
      • Produzione minima fotovoltaico da 3Kw: circa 3500 Kw/h in un anno
      • Consumo annuo famiglia media: 3000Kw/h

Chi ha un impianto fotovoltaico sfrutta sempre lo scambio sul posto che remunera con circa 10-12 centesimi per Kw/h immesso.

Facciamo quindi un test senza sistema di accumulo considerando il costo mono-orario.

Fare calcoli è molto logorroico ma è l’unico modo per poter avere una mezza idea di quel che posso risparmiare.

Ipotizziamo un consumo di 10 Kw/h in un giorno

Senza accumulo delle batterie i conti sono semplici:

    • 10 KW consumati nel giorno – 3 autoconsumati = 7 Kw da pagare
      7×24 cents=1.64 euro di spesa.
    • dei 15Kw/h prodotti, 3 sono autoconsumati, restano 12 kw/h che sono ceduti.
      Scambio sul Posto = 12×0,1€ remunerati = 1,2 euro di ritorno.
    • BILANCIO: 1,641,2=0.48 euro di costo energetico ipotetico.
    • Attenzione: il costo di ritorno lo vedrete 2 volte all’anno se raggiungete la soglia, altrimenti li vedrete 1 volta all’anno.

Spesa:

1,64 euro senza scambio sul posto.
0,48 euro con scambio sul posto (quando avremo il bonifico).

Con Accumulo fotovoltaico e ovviamente scambio sul posto.

Con batterie scariche avremo uno start-up, vediamo

    • Autoconsumo: 3Kw/h
    • Dai 15Kw/h ne rimangono 12, di cui 10 caricheranno le batterie.
    • Ceduto in rete 2Kw = 0,2 euro
    • Consumo di notte: 6Kw/h: i 10 Kw delle batterie bastano.
    • Preleviamo ad esempio qualcosa dalla rete: 2 kw/h
    • Il primo giorno avremo: 10Kw/h di consumo, solo 2 prelevati dalla rete.
    • BILANCIO: 2×24=0,48 euro0,2 euro = 0.28 euro di costo energetico immediato
    • Risparmio ottenuto rispetto a SSP: 0,2 euro, immediato 1,16.

Le cose cambiano partendo da batterie parzialmente cariche:

    • Il giorno dopo in identiche condizioni di consumo e di sole avremo una situazione migliorativa ipotetica:
      • Per ricaricare avrò bisogno di meno Kw/h, es: 6Kw/h
      • 1Kw/h solamente prelevato = 0,24€
      • Notte nessun prelievo dalla rete, autoconsumo di 5Kw
      • MA CEDIAMO alla rete: 4 Kw/h = 0,40 €
      • Bilancio = 0,240,40 = In attivo di +0,16 €

Considerate che in estate abbiamo tanta energia, quindi lo scambio sul posto aumenta andando in attivo come si è visto, perchè una volta che le batterie saranno cariche si cede molto di più alla rete.

In inverno (Novembre-Febbraio) abbiamo poca luce

Le batterie non si ricaricheranno mai totalmente, quindi lo scambio sul posto sarà azzerato quasi totalmente, e le batterie funzioneranno poco.

Evito di continuare a tediarvi con i calcoli.

Ne vale la pena? Scopriamolo

Un sistema di accumulo serio parte da 8.000 euro montato (anche il montaggio conta), di più se cercate di avere da 10 Kw in su.

Consiglio di non scendere comunque sotto 7,5Kw/h di accumulo.

Abbiamo visto che lo scambio sul posto ha una funzione importante nel risparmio.

Per questo mi sento di dire già adesso che il risparmio ottenuto da un sistema di accumulo potrebbe essere risicato e non molto conveniente avendo lo scambio sul posto.

Se si installa non è importante se è bello, se fa figo, deve essere utile e conveniente.

Potrebbe anche essere negativo per l’ambiente!

Ricordiamoci che le batterie hanno un impatto ecologico: se si utilizzano inutilmente non ha senso usarle.
Per costruirle hanno un costo di risorse e di energia che si trasforma in spreco se non c’è un utilizzo efficace.
Alla fine dovranno anche essere smaltite… spendereste soldi per niente?

Per i più ecologisti: cedendo l’energia in rete si contribuisce non solo alla convenienza economica ma anche ecologica in quanto si riduce la necessità di produrre energia a monte, contando che spesso si utilizzano centrali a combustibile fossile per produrla, quindi il fattore ecologico è massimo non appena si attiva un impianto fotovoltaico, senza inquinare ulteriormente con le batterie o altri sistemi elettronici aggiuntivi.
La motivazione è chiara: la produzione di un impianto fotovoltaico è relativamente bassa, ha una durata di almeno 20-25 anni e produce energia costantemente dal sole (gratuita) che consumiamo e facciamo consumare costantemente anche ad altri (cedendola), quindi riduciamo l’uso di petrolio o altre risorse fossili per avere quell’energia e riduciamo la produzione di CO2.
L’impianto fotovoltaico di fatto si ammortizza in termini di CO2 per produzione e smaltimento in tempi estremamente rapidi.

SENZA ACCUMULO CON SOLO LO SCAMBIO SUL POSTO

Senza accumulo, contando che il mio impianto da quasi 6Kw mettono in rete 3500Kw/h all’anno (350-360€ di rientro all’anno), un 3Kw/h potrebbe mettere in rete circa 2000Kw/h con un risparmio di circa 200 euro all’anno.

In 10 anni avremo 2000 euro di rientro economico senza niente da comprare.

CON ACCUMULO E SCAMBIO SUL POSTO

Con l’accumulo (sempre che ci abbastanza sole per ricaricare le batterie) il risparmio potrebbe aggirarsi sui 300-400 euro all’anno (max 450 ad essere generosi) contando che nei mesi di primavera, estate e autunno avremo un risparmio medio di circa 1-1,5 euro al giorno mentre in inverno pochi centesimi.

Potremmo valutare un massimo risparmio in circa 4500 euro in 10 anni.

Contiamo anche lo scambio sul posto pari a circa 2Kw/h medi al giorno, 730 kw/h che equivarrebbero a circa 73 euro.
Il risparmio economico sarebbe di 450 euro + 73 euro = 523 euro all’anno
(in 10 anni… circa 5000-5500 euro, salvo guasti)

Attenzione: l’accumulo ha fatto risparmiare ma parte del risparmio va tolto dallo scambio sul posto che ha scambiato meno e quindi abbiamo perso 130 euro su 200 all’anno, questo vuol dire che se abbiamo risparmiato 5500 euro in realtà il risparmio rispetto al solo scambio sul posto è realmente di 4300 euro.

Oppure pensatela così: invece di risparmiare 2000 euro ne avete risparmiati 5230.

Sono stato ottimista? direi di si.

Con un costo di 8000€ e contando lo sgravio 50%, arriviamo a 4000 €.

Il Pareggio viene raggiunto o quasi,
salvo non ci siano inconvenienti…

Non c’è reale convenienza economica, poichè per pareggiare devo arrivare al 10° anno.

Se trovate un contratto energetico conveniente (Io spendo 0,21-0,22€ – KW/h di giorno e 0,16-0,18 di notte) i risparmi si abbassano.

il sistema di accumulo è assolutamente svantaggioso a livello economico, ma anche ecologico e di gestione, oltre che essere una fonte di inquinamento in produzione e in futuro.

Sono dell’opinione che se una cosa non è utile non va utilizzata.

L’accumulo per ricaricare l’auto elettrica: Pazzia o Futuro?

Una cosa che sento dire ultimamente: se metti l’accumulo ci ricarichi l’auto elettrica perchè di giorno carichi le batterie e le usi quando torni a casa.

Pensiamoci bene: l’auto elettrica ha un pacco batteria di oltre 30Kw, o di circa 10Kw per le plug-in, per cui il sistema di accumulo verrebbe consumato in 2 ore per ricaricare solo una piccola porzione dell’auto elettrica, perdendo comunque energia nelle varie conversioni.

Tuttavia in futuro le cose potrebbero cambiare: sono in progettazione sistemi di ricarica che utilizzano un caricatore bidirezionale che permetterà di caricare efficacemente la vostra auto ma allo stesso tempo, di notte, contribuire a rendere indietro una parte di energia dall’auto all’abitazione.

Questo tipo di tecnologia però è ancora molto giovane, per cui sia per quanto riguarda l’acquisto di un’auto elettrica che del sistema di accumulo è importante chiedere con attenzione se questa funzione è già presente o se lo sarà nel breve futuro.

Inoltre è importante avere, per questa funzione, tanto accumulo e tanti pannelli fotovoltaici, diversamente è inutile, quindi per adesso dimenticatevi di sfruttarlo in questo, sicuramente non è redditizio.

Comprare adesso un sistema di accumulo lo vedo, secondo me, ancora troppo costoso per essere realmente conveniente.

 

Una scommessa nel futuro!

Ecco cosa rappresenta realmente il sistema di accumulo.

Nel futuro l’energia elettrica potrebbe essere molto più costosa di oggi (il mercato tutelato sta per finire), i combustibili fossili andranno sempre verso la fine, per cui è ipotizzabile che i sistemi di accumulo saranno più convenienti nel prossimo futuro e maggiormente remunerativi a livello economico proprio perchè il costo della rete sarà più elevato.

Ma il futuro è da scrivere ed oggi, all’alba del 2021, chi può sapere come sarà tra 1-2-10 anni?

Magari avremo le batterie alla grafite o al sodio che accumuleranno il doppio dell’energia alla metà del costo di oggi, magari avremo celle combustibili all’idrogeno tutti, chissà.

Quindi cercate le caratteristiche dei prodotti e cercate di trovare quello giusto, informatevi e tentate di conoscere bene l’argomento!

Solo così sarete in grado di farvi la vostra opinione e tentare questo approccio.

E solo scommettendo sul futuro potrebbe essere una spesa sensata, un modo per essere avanti, consapevoli che le batterie sono inquinanti e che solo usandole correttamente e a lungo possono essere un investimento realmente valido.

Se siete arrivati qui siete stati veramente in gamba!

Se la mia analisi vi è piaciuta o se NON vi è piaciuta… sentitevi liberi di commentare: ne sarò felice, tutto permetterà a voi di scegliere con ponderatezza e a me di mettere in discussione quel che ho pensato, analizzato e in parte provato per qualche tempo sul mio impianto.

Incentivi statali, un aiuto importante

E soprattutto, ricordatevi che oggi ci sono incentivi interessanti!

Si passa dal super bonus 110% (la soluzione migliore in assoluto per avere un impianto che realmente vi fa risparmiare, ovvero quello di non pagarlo!), fino al 50% come ristrutturazione abitazione, il vostro tecnico/geometra può illustrarvi gli sgravi fiscali con i quali potete ridurre il costo del prodotto.

Informatevi anche sulla possibilità di espandere il vostro sistema di accumulo, se si può espandere sarà una buona cosa per il futuro per ampliarlo e avere più energia a disposizione, sempre che il vostro impianto fotovoltaico lo permetta.

Inoltre è importante che riusciate a sfruttare l’energia solare in autoconsumo nel migliore dei modi, perchè quello è e resta il massimo risparmio.

Un saluto dal vostro MasterPc

Le foto sono tratte dalla rete e in alcuni casi potrete trovare anche dei link.