Fotovoltaico

fotovoltaicoL’impianto fotovoltaico è un sistema per fare corrente in casa propria sfruttando l’energia gratuita che ci regala il sole.

In molti lo conoscono, in molti pensano che costi una follia e alcuni dicono anche che investendo quella cifra ci pagherebbero tante bollette per cui non è necessario, altri invece vorrebbero farlo ma non hanno il budget per farlo.

Quanta verità c’è in tutto questo?

Nel 2012 ho installato un impianto fotovoltaico integrato con il tetto e in questo periodo ho potuto sperimentare vantaggi, svantaggi e problemi.
Al tempo ho potuto beneficiare di un contributo (GSE) che permetteva di usufruire di un incentivo per ogni KW prodotto fatto ad hoc per incentivare l’installazione dei pannelli.
Questo contributo andava a compensare in parte il costo “ELEVATO” degli impianti nel loro start-up ed è stato per quasi gli installatori e clienti che lo hanno utilizzato un sistema di lucro.

Infatti l’incentivo permetteva di recuperare l’investimento in circa 8-10 anni, dopo di che godere per altri 8-10 anni di un guadagno netto.

Costo dell’impianto oggi (2018).

Il costo di un impianto è mediamente sui 1500-2000 euro al KW installato, salvo complicazioni di installazione che possono far lievitare i costi.
La manodopera che richiede è mediamente bassa, in un tetto normale l’installazione richiede circa 1 giorno di lavoro, forse meno.
Se si opta per un impianto parzialmente o completamente integrato (in caso di problemi con i permessi in zone particolarmente storiche) i costi possono salire perchè si va ad operare sui tegoli del tetto con la loro rimozione a fronte dell’installazione dei pannelli.

Convenienza economica 

L’incentivo GSE non c’è più, tuttavia si può scaricare il costo dell’impianto per un 50% in 10 anni e gode dell’iva al 10%, per cui parte dell’impianto si può sempre recuperare come investimento.

E’ necessario attivare lo scambio sul posto con l’ENEL (oggi E-Distribuzione), che permette di ottenere un contributo per ogni Kw non utilizzato che viene immesso in rete.

Per far questo il gestore installerà un contatore nuovo che permetta di avere uno scambio bidirezionale senza far casini con i conteggi.

In pratica l’energia che consumiamo di notte viene conteggiata come consumo, quella che immettiamo viene conteggiata da un altro conteggio, diversamente potrebbe essere conteggiata anch’essa come consumo e paghereste una follia: 1-2 volte all’anno il totale dell’energia immessa permette di avere un altro piccolo guadagno che però io definirei un rimborso per l’energia consumata di notte.

COME SI RIPARTISCONO I CONSUMI – FACCIAMO UN PO’ DI SANO CONTEGGIO PRATICO

Il sole c’è durante le ore diurne, e se non piove il 70% della produzione fotovoltaica viene immessa in rete e circa il 30% viene utilizzata dall’abitazione: i consumi di energia di una casa comune (mediamente tra 150Wh e 300Wh) si azzerano, salvo che non cerchiate di utilizzare al meglio l’energia durante il giorno, ad esempio facendo partire lavatrici, lavastoviglie o asciugatrice, grazie alle nuove tecnologie, temporizzandole e usando la vostra produzione (autoconsumo).
Se avessimo quindi ipoteticamente 12 ore di sole, una casa che consuma circa 150Wh medie orarie avrebbe un consumo minimo di circa 1,8 Kwh, a 300Wh si arriva a 3,2Kwh.
In 365 giorni si parla di un’energia che va da 657Kwh a 1314 Kwh risparmiati durante il giorno.
Una bolletta di circa 3000Kwh costa mediamente 650 euro all’anno, quindi si parla di un risparmio annuo di 284 euro.
Cedendo KWh al gestore elettrico (Gse) si ottiene un introito medio di 6-7 cents al kw, contando le perdite, il costo del contatore ecc… (SCAMBIO SUL POSTO)
Più o meno un impianto da 3Kw di potenza produce almeno 3000kwh di corrente, quindi darete al gestore circa 2000 Kwh, che a 6 cents al kw sono circa 120 euro, il vostro risparmio sale a 404 euro, circa il 60% rispetto a quello che spendete mediamente.

In 10 anni il risparmio è mediamente di 4000 euro.

Se invece cercate di fare lavatrici, e altre cose elettriche durante il giorno (programmandole) il risparmio sale leggermente.
Il costo di acquisto di un impianto da 3KW costa mediamente 6600 euro (iva inclusa) e in meno di 10 anni si riesce a riscattare l’impianto.

3300 euro vengono recuperati dalla denuncia dei redditi (Recupero dell’Irpef del 50%).

Dimensionare l’impianto secondo i vostri consumi, mediamente se avete un contatore da 3Kw fate un impianto similare…

Vi dico la mia.
I calcoli sono tutti belli, però la realtà può essere diversa.
Primo… 3Kw di impianto non producono quello che pensano in molti 3Kw di energia continua, l’energia è poca la mattina, si alza durante le ore centrali raggiungendo buoni valori ed è di nuovo poca la sera.
Se il tetto non è orientato bene il momento della massima energia prodotta è ancora diverso.
Se il tetto e l’impianto sono orientati a EST avrete buone produzioni la mattina ma non la sera, esattamente il contrario se è orientato a OVEST, se invece è orientato a NORD… bè… non fatelo perchè renderà pochissimo.
La produzione di un buon impianto orientato a SUD è mediamente sui 1100kw all’anno per ogni Kw installato di pannelli se si è all’estremo nord d’Italia, e si arriva anche a 1700kw all’anno se si è all’estremo sud.

Quindi al Nord Italia è conveniente sovradimensionare, come è conveniente sovradimenzionarlo se l’orientamento non è ottimale, al sud avrete meno problemi, il sole è un’enorme risorsa!

Se avete tetto, già che ci siete a spendere riempite il più possibile, se avete la possibilità state tra 4 e 6 Kw perchè la tendenza è quella di consumare sempre più energia, la manodopera è similare ma ne trarrete un vantaggio, vi spiego perchè facendo un esempio concreto con esempi di produzione e in base a questi cercate di capire meglio quello che vi occorre:

Produzione in Kwh Tetto a Sud
ZONA Produzione
media
2Kw 3Kw 4Kw 5Kw 6Kw
NORD 1100 Kw 2200 3300 4400 5500 6600
CENTRO 1350 Kw 2700 4050 5400 6750 8100
SUD 1600 Kw 3200 4800 6400 8000 9600

Ogni impianto dovrebbe essere montato adottando più stringhe (ovvero più file di pannelli separate tra di loro) in modo che se una stringa di pannelli si danneggia o ha problemi non influisca su tutto l’impianto e l’altra serie continua a produrre.

Per questo sarebbe anche meglio utilizzare due inverter separati, perchè in genere gli inverter se hanno un problema su una stringa bloccano anche l’altra (gli Aurora, adesso ABB, hanno questa particolarità).
L’inverter dovrebbe esser connesso alla rete internet di casa per un monitoraggio attivo della produzione così che voi possiate vedere cosa producete e quanto consumare nell’obbiettivo del risparmio.

A casa ho 6Kw installati a EST, la mia produzione in TOSCANA è di circa 1050-1100 Kw per kw installato, quindi è come se avessi un impianto orientato a SUD a NORD Italia.
Dei 6Kw il picco massimo è arrivato a circa 6Kw in svariate occasioni, ma mediamente nelle ore di sole la produzione sta tra 500 e 4500 w continui, quindi idonei per un utilizzo abbastanza decente in PRIMAVERA – ESTATE – AUTUNNO.
COSA SUCCEDE IN INVERNO? L’impianto produce poco o nulla… tra Novembre e Febbraio ho visto anche 3Kwh al giorno, in condizioni assolutamente di cielo pulito e senza foschia sono arrivato a vedere 12 Kwh (contro i 35-38 kwh d’estate), la sera arriva in fretta e i costi delle bollette sono ovviamente più alti.

Per questo produrre di più vi permette di avere energia in eccesso d’estate ma un rimborso dall’enel più sostanzioso.
Il mio è di circa 300-350 euro che copre gran parte della bolletta.

L’IMPORTANZA DELLA MARCA

Mettere una marca famosa vi mette al sicuro da guai, ve lo dico perchè l’ho scontato sulla mia pelle.

Ho messo un impianto di un’azienda, si chiama System Photonics, produceva innovativi impianti fotovoltaici dalla resa, per il 2012, eccellente e che in effetti mi hanno reso di più delle stime fatte con altri impianti

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Però dopo 4 anni hanno iniziato ad avere dei problemi di isolamento perchè l’acqua filtra sulle celle e sotto il tetto la condensa fa il resto.
Questo le mandava in basso isolamento riducendone la produzione e portando alla lenta ed inesorabile distruzione del pannello: la System Photonics risulta fallita… quindi addio alla garanzia di 10 anni sul prodotto con conseguente danno economico (contornato da laute imprecazioni che potete immaginare).
A detta degli operatori del settore il 75% delle aziende che producevano pannelli, finiti gli incentivi statali, sono andate verso la chiusura.

Quindi pannelli di aziende grandi e serie… spendete 100 euro di più ma garantitevi i ricambi perchè per far durare i pannelli io sto facendo salti mortali (ma questo lo scriverò in un articolo a parte).

SISTEMI DI ACCUMULO A BATTERIE

Le batterie sono una gran figata… ma lo sono solo se si hanno soldi da spendere e uno spirito GREEN perchè allo stato dell’arte non c’è convenienza economica.
Un sistema di accumulo (che deve essere dichiarato con apposita domanda a E-Distribuzione con un costo di almeno 200 euro tra tasse e geometra) ha un costo elevato.
Per lavorare bene occorrerebbe usare delle batterie al Litio che hanno costi tra 4 e 6000 euro, e durano mediamente tra i 2000 e i 5000 cicli di scarica, realisticamente parlando tra 7 e 10 anni, più l’inverter che è di tipo speciale e certificato che ha costi tra 1500 e 3000 euro.
Anche in questo caso si ha lo sgravio del 50% dell’irpef e iva 10%.
Alcuni ancora usano pacchi batterie al piombo o al gel di piombo, i prezzi si dimezzano ma i cicli di scarica possono andare da 3-500 a 1000 al massimo, quindi un tempo molto ridotto, solo con un utilizzo molto buono possono durare per più di 3-4 anni.
Inoltre ci sono altre cose da sapere: si perde almeno il 20% dell’energia nella fase di ricarica delle batterie al piombo, quindi dovete sovradimensionare il vs. impianto ma di fatto perdete energia.
Inoltre le piombo non reggono bene ai picchi di consumo (es: il forno acceso) e quindi potreste avere un calo evidente della tensione che costringerà l’inverter a scollegarle per proteggerle e quindi vi ricollegherà alla rete elettrica: quindi non sempre avrete la copertura la notte.
In inverno probabilmente avrete un ciclo di scarica notturno ogni 3 giorni perchè le batterie non riescono a ricaricare con il poco sole a disposizione.

Le batterie al piombo tendono a solfatare se si scaricano troppo velocemente o si caricano con troppa potenza energetica e quindi, una volta che accade questo, vanno spesso sostituite.

Capacità di scarica: la tecnologia ci dice che l’immediato futuro sarà su litio ferro, batterie ancora costose oggi ma che si ricaricano facilmente e si scaricano oltre il 95% (che è tantissimo), contro circa l’80% delle litio standard e appena il 40/50% delle piombo ma soprattutto non subiscono problemi in caso di forte scarica o carica energetica.

Detto questo il risparmio che si può ottenere da un sistema di accumulo, salvo che i prezzi medi non si abbassano decisamente, può iniziare ad essere evidente tra forse 10-15 anni, salvo problemi o guasti elettrici nel sistema.

 

USO DELL’ENERGIA PER RISCALDAMENTO AMBIENTE E ACQUA CALDA

Qui invece ci sono dei margini interessanti.
Uno split che fa freddo e caldo oggi si acquista anche con poco, consigliato con efficienza A++ o superiore.
Di giorno in estate potete avere fresco GRATIS (grazie al fotovoltaico), in inverno potrete usarlo nelle ore centrali per riscaldare un pò la casa e ridurre l’uso di metano, gpl o combustibile fossile.
Inoltre ci sono in commercio dei dispositivi che guardano quando il vs. consumo è più basso della produzione e vi permettono di attivare un relè per alimentare qualcosa.

Se avete spazio il miglior uso è acquistare uno scaldabagno elettrico da tanti litri, esempio 80 litri (acquistabile con meno di 200 euro), e con l’eccesso di produzione andare a riscaldare l’acqua.
Se la produzione diminuisce o voi ne consumate il dispositivo se ne accorge e se non producete sufficiente energia spegne lo scaldabagno.
L’acqua calda prodotta passerà dalla vostra caldaia che potrebbe accendersi per terminare il riscaldamento oppure non accendersi affatto perchè vedrà che è già calda:  questo vi porterà un bel pò di risparmio aggiuntivo che noterete sulle bollette del GAS.

Altrimenti la soluzione migliore (anche se meno economica nell’acquisto iniziale) è un boiler per la produzione di acqua calda a pompa di calore, massima resa al minimo consumo elettrico e può essere scaricato al 50% (chiedete al vostro idraulico)

Tornerò sull’argomento in futuro con altri articoli.

Se volete rimanere aggiornati o leggere di più troverete molte informazioni su http://www.energeticambiente.it un forum che è un vero “MUST” nell’energia su tutti i campi!